Nudus telo incessens : μια αναθεώρηση του «Δορυφόρου» του Πολύκλειτου

Part of : Αρχαιογνωσία ; Vol.12, No.1-2, 2003, pages 277-296

Issue:
Pages:
277-296
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Μελέτες-Articles
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Nel 1863 Karl Friederichs identificava il Doriforo di Policleto nella copia marmorea del Museo di Napoli, rinvenuta nel 1797 a Pompei.Il Doriforo/Canone, la cui identificazione non è mai stata posta in dubbio, veniva così a costituire un caposaldo nella conoscenza della statuaria greca del V see. a.C. e in particolare dell’opera di Policleto.Ma è pensabile un “canone” mancino? Guardando senza pregiudizio la figura del Doriforo così come ci è giunta dallo scavo, cioè senza lancia, dal momento che fu lo scultore Angelo Solari ad inserirle un’asta nella mano sinistra, si noterà che, a parte la caratteristica gravitazione su una sola gamba, essa è identica, ad esempio, a quella dei Bronzi di Riace. E’ la posizione tipica di chi imbraccia lo scudo. La mano sinistra del Doriforo presenta il mignolo e l’indice avanzati rispetto all’anulare e al medio, per cui doveva stringere non qualcosa di cilindrico come un’asta, ma qualcosa di arcuato come può essere la presa anteriore dello scudo oplitico.La copia napoletana del Doriforo presenta sulla parte interna dell’avambraccio sinistro delle evidenti tracce di ossidazione. Si tratta di due segmenti verticali, paralleli tra loro e distanti circa dieci centimetri l’uno dall’altro, posizionati in modo da andare a coincidere perfettamente con le estremità del bracciale di uno scudo metallico. Il braccio destro del Doriforo, inoltre, non pende inerte, come si suole ripetere, ma è scostato dal fianco e leggermente avanzato. Inoltre è profondamente in tensione, come mostrano il bicipite rigonfio e i tendini della mano. Guardando poi quest’ultima di prospetto, essa forma una cavità a sezione quadrangolare del tutto innaturale nel caso di una mano rilassata.Il Doriforo stringeva, quindi, qualcosa con la mano destra. La forma e le misure della cavità non lasciano spazio ad altra ipotesi che a quella dell’impugnatura di una spada. Dunque il “Portatore di lancia” non portava la lancia né con la destra né con la sinistra! La mano destra era occupata dalla spada, la sinistra dall’antilabe dello scudo. Non si tratta quindi di un doriforo.Plinio (Naturalis Historia, XXXIV, 55-56), nell’enumerare una serie di opere eseguite da Policleto, nomina un “nudum telo incessentem”, ossia “un personaggio nudo che assale con la spada”, definizione che viene a calzare perfettamente alla nuova ricostruzione proposta per la statua.Il vero Doriforo policleteo andrebbe, invece, ricercato nel tipo dell’Efebo Westmacott, l’unica tra le opere attribuite a Policleto, alla quale si addice perfettamente l’espressione pliniana “viriliter puer”.
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αρχαία ελληνική γλυπτική
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