Η “Κοινωνία των Αποστόλων” σε μία κυπριακή εικόνα και η εικονογραφική εξέλιξή της

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.35, 2005, pages 145-173

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145-173
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Nel Museo Bizantino della Fondazione dell’Arcivescovo Makarios III è esposta un’icona di grandi dimensioni (1,31x1,26 m.) con l’inconsueta rappresentazione del tema della Comunione degli Apostoli. Al centro della stanza dietro ad un altare è raffigurato Gesù Cristo in trono benedicente i suoi discepoli a destra e a sinistra. L’appello agli Apostoli è sottolin eato da due iscrizioni dorate che partono dalla bocca di Cristo e finiscono davanti a quella dei convenuti. Sugli angoli in basso dell’icona sono dipinti due stemmi con leone rampante che porta una croce. Tra gli stemmi c’è la seguente iscrizione: "Preghiera del servo di Dio Daniil, figlio del fu vescovo Pietro, priore di Amathunton ”. Nell’arte postbizantina il tema iconografico della Comunione degli Apostoli ha subito molte influenze dall’obbligata convivenza con persone di altra fede nelle regioni ortodosse sotto dominazione veneziana (Cipro, Creta, il mare Egeo, il mare Ionio ecc.). A Cipro la Comunione degli Apostoli è stata dipinta sulle absidi delle chiese, per lo più durante il dominio veneziano, seguendo il modello della doppia raffigurazione di Cristo. La "prospettiva di un solo punto di fuga”, le pieghe delle vesti, gli intensi cromatismi, le simiglianze fisiognomiche di alcune figure, il buon uso dei differenti idiomi artistici, rinascimentali e bizantini, collegano l’ icona del Museo Bizantino con l’affresco italobizantino, datato esattamente 1502, della Comunione degli Apostoli nella chiesa della Madonna di Podithu a Galata. Le forme snelle dell’icona in confronto con quelle più piccole e tozze della chiesa di Podithu, come pure l’affresco datato 1494 della Comunione degli Apostoli nella chiesa della Santa Croce ad Aghiasmati, che molto probabilmente fu influenzato dall’icona del Museo Bizantino, inducono alla datazione dell’icona nell’ultimo quarto del XV secolo. Purtroppo gli altri elementi offerti dall’opera, come l’iscrizion e con l’ignoto vescovo Pietro, priore di "Amathunton” e il non identificato stemma con leone rampante portacroce, che colloca l’icona per la sua cornice rinascimentale durante la venetocrazia, non offrono finora qualche concreto elemento per una datazione più precisa.
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Η εργασία αυτή παρουσιάστηκε για πρώτη φορά στην Ε' Συνάντηση Βυζαντινολόγων Ελλάδος και Κύπρου, Κέρκυρα 3-5 Οκτωβρίου 2003, αποτέλεσμα εκτενέστερου μεταπτυχιακού σεμιναρίου στο Πανεπιστήμιο Κύπρου. Ευχαριστώ θερμά τον καθηγητή Δημήτριο Τριανταφυλλόπουλο για το γόνιμο διάλογο που είχαμε και τις πολύτιμες παρατηρήσεις του επί του κειμένου., Περιέχει σημειώσεις