Από τη Γαληνοτάτη στον Καθολικότατο : οι φουρτούνες του καπετάν-Πέτρου Λάντζα

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.30, 2000, pages 277-299

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277-299
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Il capitano corfiota Pietro Lanza dal 1568 serviva i veneziani compiendo varie missioni nell’area delPAdriatico e dell’Epiro, compensato e onorato dalla Serenissima Repubblica. Intanto, nel 1574, lo troviamo a far parte dei servizi segreti degli spagnoli come capo delle spie in Levante e delle fregate di Otranto. La stretta collaborazione con il reggente di Bari e di Otranto e con il viceré di Napoli viene inserita nell’ambito degli interessi di Filippo II nel Mediterraneo orientale e inevitabilmente provoca la reazione dei veneziani. Il senato, dopo aver messo una taglia su di lui, si rivolse tramite gli ambasciatori veneziani alla corte del viceré e a quella spagnola. Lanza, dopo esser stato condannato nel 1579, si recò in tentando di far abrogare la condanna e vi rimase per cinque anni (1580-1585). Dopo diverse avventure, riuscì ad ottenere il favore del re e a rinnovare il suo incarico di capo delle spie. Ritornato in Italia, si stabilì con la famigl ia a Napoli e continuò la sua precedente attività, che culminò nel tentativo, nel 1608, di andare a Costantinopoli per uccidere il Sultano e far incendiare l’arsenale, facendo cadere i sospetti sui veneziani.
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Notes:
Περιέχει επίμετρο και σημειώσεις, Ευχαριστώ τη διευθύντρια του Ελληνικού Ινστιτούτου Βενετίας, καθηγήτρια κ. Χρύσα Μαλτέζου για τις υποδείξεις και τις συμβουλές της.