Ομώνυμοι, γραφείς και νοτάριοι στον 16ο αιώνα : η περίπτωση του Αλέξιου Τρουμπάτζη

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.43, 2013, pages 155-175

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155-175
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L’ obiettivo del presente studio consiste nel riportare alla luce la problematica attorno all’identità e all’attività scrittoria del sacerdote e notaio Alessio Troumbatzis (Αλέξιος Τρουμπάτζης), che fu attivo a Corfù dal 1561 al 1564, e nel capire le relazioni che intercorrono tra il notaio e un omonimo copista anch’esso noto nello stesso periodo. Alessio Troumbatzis era conosciuto come copista attraverso la nota bibliografica salvata nel manoscritto Monacensis gr. No 275, codice contenente il Meneo di aprile, copiato a Zante nell’anno 1549. Attraverso gli atti notarili redatti a Corfù, a partire dall’anno 1546 è noto un laico di nome Alessio Troumbatzis; dall’anno 1557 in poi è noto invece un sacerdote con lo stesso nome. A questo sacerdote, parroco di una chiesa corfiota, nell’anno 1560 fu dato l’incarico di scrivere un Meneo di settembre e un altro di aprile, e come pegno egli lasciò alla chiesa altri due, uno di febbra io e uno di marzo.Nel presente studio si fa una descrizione dettagliata degli atti notarili di Alessio Troumbatzis e una comparazione paleografica tra la scrittura del libro notarile, quella del codice Monacensis, scritto a Zante, e le sottoscrizioni di Alessio Troumbatzis, negli atti notarili redatti a Corfù. Il laico Alessio Troumbatzis, la cui esistenza è testimoniata a Corfù negli atti otarili, è per certo il notaio a cui appartiene il libro notarile custodito nell’Archivio Storico di Corfù, (serie Notai, busta T.53), poiché la grafia delle sottoscrizioni è simile alla grafia con cui è redatto il libro notarile. Inoltre il notaio Alessio Troumbatzis sembra esser e il parroco della chiesa, poiché redisse gli atti notarili all’interno della stessa chiesa, nella qualefu confermato parroco negli anni 1560-1565.In conclusione, il laico Alessio Troumbatzis, noto fin dall’anno 1546, corrisponde al sacerdote e al notaio, attivo quest’ultimo fino all’anno 1564. Il con fronto con le somiglianze grafiche riscontrate tra il copista e il notaio, sebbene quest e nonci permettano di far corrispondere chiaramente le due scritture, e l’attività di trascrizione dei libri liturgici del copista e del sacerdote, ci hanno portato a identificare il copista e il notaio in una sola persona.
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