Παραγγελίες πινάκων, εργαστήριο, κυκλοφορία σχεδίων του Μιχαήλ Δαμασκηνού στον Χάνδακα. Ανέκδοτα έγγραφα (1585-1593)

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.34, 2004, pages 253-272

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253-272
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I quattro documenti inediti qui pubblicati rivelano pieghe interessanti e sconosciute del lavoro del noto pittore cretese Michail Damaskinos. Provengono dall’Archivio di Stato di Venezia e si riferiscono alla sua attività in Creta dopo il suo ritorno da Venezia (1583/84) a Candia. I primi due documenti (η. 1 e 2), rispettivamente del 18 giugno 1585 e del 18 giugno 1588, ci informano che il pittore usò come luogo di lavoro, cioè come bottega, dal 1585 fino al 1589 il gineceo della chiesa di S. Giorgio Mughlinòs a Candia (e non qualche edificio di suo possesso o in affitto, come si usava). La concessione dello spazio in questione era dovuta al sacerdote e pittore Ioannis Vlastos, sopranominato Bunialetos, che si trovava a Venezia. Il terzo documento (n. 3), del 27 settembre 1591, ci rivela la commissione a Damaskinos di due grandi dipinti d’altare, certamente di tipo occidentale, per importanti chiese latine della città di Candia e conferma la fama e la dut tilità dell’artista. Un dipinto era destinato al grande monastero di S. Francesco e l’altro alla chiesa ducale di S. Marco a Candia. La commissione venne data dal mercante Giacomo Garzaruoli, esecutore testamentario di Marcello Pinadori e la retribuzione del pittore ammontava a 24 zecchini. Per le cornici avrebbe collaborato l’intagliatore Manolis Kapsalis. Il quarto documento (n. 4), del 18 settembre 1593, redatto dopo la morte di Damaskinos (avvenuta molto probabilmente intorno al 1592/93), conferma la stima per la sua arte anche dopo il suo decesso, la richiesta e la circolazione dei suoi disegni, ma lascia anche intendere la sua modesta condizione economica. Con questo documento il pittore Zuan Mavrikàs (conosciuto in altre fonti anche come Mandufos), marito della defunta figlia di Damaskinos Antonia, esige dalla sorella di Damaskinos Franzù e da suo figlio Ioannis Saitas 768 iperperi, quale rimanenza della sua dote. A saldo i parenti di Damaskinos gli consegnano alcuni disegni in loro possesso. Mavrikàs li accetta, ricerca tuttavia di riacquistare non solo tutti quanti i disegni comprati da altri, ma anche altre cose appartenenti all’attrezzatura della bottega di questo importante pittore.Questi rari documenti costituiscono preziose testimonianze sull’attività artistica di uno dei più rilevanti pittori greci del XVI secolo, sul suo comportamento professionale, sul livello dei suoi committenti e la destinazione di alcune opere, l’attrezzatura della sua bottega, il suo stato familiare e i suoi rapporti, e ancora sulla considerazione di cui godeva mentre ancora in vita e l’invidiabile fama postuma.
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Περιέχει σημειώσεις, Μνημόσυνο Μανούσου Μανούσακα