Εικόνες, πίνακες και έργα μικροτεχνίας σε καταγραφές κινητής περιουσίας Ελλήνων της Βενετίας : β΄ μισό 16ου - 17ος αι.

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.36, 2006, pages 287-308

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287-308
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Importante fonte per la comprensione e lo studio della storia dell’arte e della civiltà materiale del mondo postbizantino sono gli inventari dei beni mobili di persone fisiche, una abituale pratica legale conosciuta già nei secoli precedenti, che nunzionava parallelamente e come complemento ai testamenti. Lo studio di questi inventari riguardanti i greci di Venezia ci fornisce elementi sulle loro preferenze estetiche, sia come continuazione di modi e valori tradizionali, sia come conseguenze di un adeguamento all’ambiente cosmopolita della città. L’interesse si concentra sui beni mobili inventariati nelle case dei greci di Venezia e in particolare sugli oggetti di valore estetico, che come frutto di produzione artistica sono unici e non soddisfano tanto necessità pratiche, quanto il gusto e l’inclinazione collezionistica del loro proprietario. Cometalisi considerano le opere di pittori, come pure di altri artigiani specializzati nella lavorazione di pie tre preziose e di oggetti di oreficeria.Le opere dipinte prevalenti in questi inventari sono le icone. Sembra che costituissero un inscindibile elemento della vita famigliare giornaliera, dal momento che la loro presenza si segnala anche tra gli oggetti appartenenti a umili proprietari. La loro esistenza soddisfa tanto le usanze di culto del singolo, quanto le necessità di decorazione delle case. A cause della varietà dei temi e della frequente presenza negli inventari, l’ icona può considerarsi il più caratteristico oggetto nelle case dei greci di Venezia.Opere di pittura occidentale con prevalenza di rappresentazioni laiche si rincontrano con minore frequenza negli inventari. La loro presenza appare sopratutto nel XVII secolo ed è collegata con la posizione e cultura socioprofessionale del loro proprietario. Tra i pochi greci in possesso di opere occidentali troviamo Tomaso Flangini, ricco avvocato e mercante del XVII secolo, con posizione di rilievo e un circolo di conosce nze nella città.Un altro gruppo occupano negli inventari le opere di oreficeria, come gioielli in oro e argento, oggetti in metallo e vetro, di uso pratico e decorativi, i quali rivelano indirettamente gli interessi o le propensioni dal loro proprietario, perfino il particolare rapporto personale che egli aveva con alcuni di essi (coppe, anelli-sigilli).
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Notes:
Περιέχει σημειώσεις, Η μελέτη αυτή είναι απόρροια ευρύτερης έρευνας με σκοπό την αρχειακή τεκμηρίωση της διδακτορικής διατριβής που εκπονεί η αρθρογράφος με θέμα «Κοινωνία και Πολιτισμός του ελληνορθόδοξου κόσμου της Βενετίας τον 17ο αιώνα: Έργα τέχνης και αντικείμενα υλικού βίου από αρχειακές πηγές)). Το αρχειακό υλικό συγκεντρώθηκε στο Κρατικό Αρχείο της Βενετίας (στο εξής A.S.V.), κυρίως από τις σειρές Notarile Atti, Notarile Testamenti, Giudici di Petizion / Inventari, Giudici del Proprio / Inventari e Stime, καθώς επίσης και στο Παλαιό Αρχείο του Ελληνικού Ινστιτούτου Βενετίας (στο εξής Ε.Ι.Β., Π.Α.). Το κείμενο αυτό, εδώ ανεπτυγμένο, παρουσιάστηκε ως ανακοίνωση στο Πέμπτο Επιστημονικό Συμπόσιο Ανασκαφή και Έρευνα, V : Από το ερευνητικό έργο του Τομέα Αρχαιολογίας και Ιστορίας της Τέχνης (Αθήνα, 19-20 Απριλίου 2005) που οργάνωσε το Τμήμα Ιστορίας και Αρχαιολογίας του Πανεπιστημίου Αθηνών.