Ελληνική ψαλτική τέχνη : τα χειρόγραφα βυζαντινής μουσικής του Ελληνικού Ινστιτούτου Βενετίας

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.37, 2007, pages 9-59

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9-59
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La biblioteca dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia contiene anche una piccola ma non disprezzabile collezione di manoscritti dell’arte del canto liturgico greco, cioè della musica bizantina e soprattutto postbizantina. Adesso questa collezione, dopo una retta sistemazione secondo criteri codicologici e una completa e analitica catalogazione, durante i giorni 24-27 aprile 2006, annovera 24 codici: il numero 3 (frammento di Stichario dalla fine del XIII secolo) e i 25-47 tutti postbizantini del XVIII e del XIX secolo.Questi manoscritti di musica postbiazntina secondo il contenuto e la melodizzazione del canto liturgico sono i seguiti: Anastasimataria, Antologie, Doksastaria, Eirmologio, Kalofoniko Eirmologio, Prologario - Eirmologio - Antologia, Stichario, vari frammenti e altri. Compositori di questo genere e tipo di canti, evidenziati dai nomi dei codici, sono i più importanti maestri di musica dei secoli XVIII-XIX, cioè Panag hiotis Clalatzoglou, Ioannis Protopsaltis, Daniil Protopsaltis, Petros Peloponnissios, Iakovos Protopsaltis, Petros Vizantios, Gheorghios il Cretese, Grigorios Protopsaltis e altri, e del secolo XVII Chrisafis il giovane, Germanos Neo n Patron, Balassis sacerdote e nomophylax Petros Bereketis e altri. Sono antologizzate anche composizioni di musici bizantini come Ioannis Kukuzelis, Xenos Koronis e Manouil Chrisafis, soprattutto.I codicografi che qui si autoidentificano o vengono individuati, in ordine alfabetico, sono: Apostolos Konstas Chios (ms. 38), Dionissios ieromonaco da Samo (ms. 39), il sacerdote Zossimàs Loverdos (“1816, febbraio 24, scrittura di Zossimàs Loverdos sacerdote ” ms. 41 /XXII), Theodoros Kiriopoulos Vizantios (mss. 34, 35, 36, 42, 43, 44, 45, 47), il diacono Konstantinos Tipaldos (“1820, in Argostoli ” ms. 41/VII), Neofitos Magoulas Kefalinaios (ms. 32), e Panaghiotis Kambiotis (mss. 28, 30, 31, 33).I manoscritti nei quali sono annotate “citazioni p articolari” del contenuto, all’inizio della catalogazione, sono: a) canti liturgici di origine cretese (ms. 28), b) spiegazioni (mss. 25, 31, 34, 35, 36, 38, 41/V, 41/XXIV-XXV, 42, 43, 45), c) tetrafonia (ms. 41/XXII), d) ricordi (mss. 25, 28, 32).L’ importanza di questa collezione consiste principalmente nella provenienza di alcuni codici dall’Eptaneso, con cui Venezia aveva più stretti rapporti, e nel possesso e custodia di codici con commenti con notazione più analiticha, durante il periodo critico 1810-1820, un po ’ prima e un po ’ dopo dalla definitiva riforma della notazione musicale e dello stabilimento del Nuovo Metodo di notazione analitica, durante il 1814-1815. Il suddetto codicografo e exigitis Theodoros Kiriopoulos o Vizantios viene scoperto per la prima volta.
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