Vendetta del sangue innocente : πράξεις αντεκδίκησης στη βενετοκρατούμενη Κρήτη τον 16ο αιώνα

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.37, 2007, pages 155-191

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155-191
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Si presentano casi nell’isola di Creta durante il XVI secolo che contengono vari tipi di vendetta, così come essa si manifesta nello stesso periodo in Occidente. Si trascrivono cause e occasioni delle rappresaglie personali, come l’oltraggio alla vita, alla proprietà, all’onore ecc. Soprattutto per gli strati sociali più elevati dell’isola la perdita dell’onore significava perdita di forza e di prestigio nella società locale. Inoltre nella campagna le rappresaglie erano l’occasione di divergenze sulla terra, animali e l’amministrazione dei redditi.In seguito si descrivono le caratteristiche con cui il fenomeno si manifestava nell’isola e il modo con cui le autorità affrontavano il fenomeno, come pure la severa punizione dei colpevoli, dato che la procedura penale voleva allontanare gradualmente le popolazioni dalla partecipazione ad analoghi fenomeni di vendetta. Infine si esamina la cessazione delle contese con la redazione di instrumenti dipa ce . Nei casi presi in esame si rintracciano mentalità e comportamenti dei soggetti e si constatano somiglianze e analoghe manifestazioni del fenomeno nelle società occidentali all’inizio della prima era moderna.La descrizione del fenomeno della rappresaglia, così come si manifesta in Creta in quest’epoca, darà l’occasione per accertamento di parallelismi e somiglianze, ma anche di differenze con regioni della penisola italiana e più in generale dell’Europa occidentale del XVI secolo. Principalmente però le mentalità della popolazione di Creta, così come vengono trascritte, ricordano come questo importante possedimento all’estremo limite del dominio veneziano, con tutte le sue particolarità, costituisse parte del mondo mediterraneo di quel tempo.
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Περιέχει σημειώσεις, Η αρθρογράφος οφείλει πολλές ευχαριστίες στη Διευθύντρια του Ελληνικού Ινστιτούτου, καθηγήτρια κ. Χρύσα Μαλτέζου, για τη συνεχή παρακολούθηση της επιστημονικής της εργασίας και τη δημοσίευση της μελέτης. Ευχαριστεί ακόμα τις κκ. Δέσποινα Βλάσση, Αγγελική Πανοπούλου, Alessandra Scarpa, Αλεξάνδρα Χριστοπούλου και τους κκ. X. Γάσπαρη και Στ. Λαμπάκη για τη συμβολή τους.