Περι του επισκόπου Έλους Νικοδήμου

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.38, 2008, pages 371-385

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371-385
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Nella chiesa di Cristo Fotodotis a Chora di Amorgos si trova una tomba ricoperta da una lastra sepolcrale con decorazione in rilievo e le iscrizioni «Tomba ove giace il fu Nikodimos di Elos», «1730-agosto-I». Si tratta della tomba di Nikodimos Varvatenis, che era originario di Levadia e che rimase a Venezia durante il decennio 1680-1690. Lavorò come correttore nella tipografia di Nicola Saros e molto probabilmente fu diacono nella chiesa di San Giorgio dei Greci ed ispetore nel Collegio Flanghinis. Nikodimos partì da Venezia nel 1691, assunto come maestro di grammatica e retorica della lingua greca e latina nella scuola ateniese di Patrasso. Nel 1694 però, per oscuri motivi, fu costretto ad abbandonare la città con la pena di ostracismo.Secondo il codice manoscritto 291 del monastero Mega Spilaion, oggi perduto, Nikodimos si candidò, nel 1696, al seggio metropolitano di Lacedemonia, ma la sua candidatura fu bocciata. Nikodimos fu eletto vescovo di Elos nel 1700, tra altri tre candidati, il protopapas Andreas Artavanis da Cefalonia, Neofitos Pelekanos e Makarios Koutoufaris; l’atto della sua nomina è anche contenuto nel codice cartaceo 336 della biblioteca di Torino. La sua carriera vescovile durò fino al 1718; nell’anno seguente, secondo un contrato scritto in data 16 agosto 1719, conservato nella biblioteca del monastero di San Giovanni Teologo a Patmos, compare come affituario a vita del metochi del suddetto monastero a Chora di Amorgos. Presso l’archivio dello stesso monastero si trova anche una copia del testamento di Nikodimos, redatto nel 1730.Non è possibile giustificare sufficientemente le contrastanti fonti sulla personalità di Nikodimos. È molto probabile che il vescovo abbia abbandonato il Peloponneso, dopo il sopravvento dei Turchi nella regione nel 1715, alla ricerca di una sorte migliore presso le comunità monastiche dell’Egeo. Le interessanti peripezie della sua vita sono tipiche dell’epoca e di una cla sse colta di eruditi religiosi, i quali, spinti dalla fiorente Venezia del XVII secolo, allargarono i loro orizzonti culturali, contribuendo in seguito al riassestamento della degradata educazione dell’ellenismo sotto dominio turco e al risveglio culturale della Nazione.
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