Σχόλια στην εικονογραφημένη ιστορία της τέταρτης σταυροφορίας στο δουκικό παλάτι της Βενετίας

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.31, 2001, pages 9-28

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9-28
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Noti pittori, tra i quali Domenico Tintoretto, Jacopo Palma il Giovane, Andrea Vicentino, Antonio Vassilachi detto l’Aliense, ritrassero con il loro pennello, chi con maggiore e chi con minore abilità, il ciclo della quarta crociata che decora l’interno delle sale del Palazzo Ducale di Venezia. Interessante dal punto di vista dell’uso ideologico del passato è il testo del programma per l’arredo delle sale del palazzo dei Dogi. Il testo fu redatto su ordine degli organi direttivi di Venezia quando, dopo l’incendio che distrusse il Palazzo nel 1577, si decise di procedere ad una nuova decorazione. Esaminando questo testo dall’angolo visuale dei rapporti di Venezia con il passato storico dell’impero bizantino, si constata che i veneziani, rivangando il passato e utilizzandolo in modo ideologico, inevitabilmente riportarono in superficie l’antico mito del greco "cattivo e perfido”. Il mito, indicativo della dimensione degli interessi tra l’Occiden te Latino e l’Oriente Bizantino, giovava ai veneziani in quanto li aiutava a coprire ideologicamente e a giustificare la deviazione della quarta crociata, contraffacendone il suo nucleo storico. Lo stereotipo, che ha le sue radici nello scontro tra le due parti del mondo cristiano, venne riusato in un’epoca in cui le circostanze lo richiedevano, per sostenere il presente e facilitare gli scopi politici di Venezia.
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