Η επιστημονική εργασία των ερευνητών κατά το 1963

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.2, 1963, pages 154-161

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154-161
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L’attività scientifica dei “ricercatori” dell’Instituto Ellenico durante il 1963
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La direttrice dell’Istituto Ellenico, come di consueto, ha dato il 30 gennaio 1964, in occasione della festa dei santi patroni dell’istruzione greca Crisostomo, Basilio e Gregorio il Teologo, il rendiconto sull’attività scientifica svolta, durante l’anno precedente, dai quattro «ricercatori)), diplomati dell’Università di Atene, ospiti dell’Istituto.Il sig. Konstantinos Docos ha scelto, tra gli argomenti proposti dalla direzione, la storia degli «stradioti». Gii «stradioti» erano un corpo di cavalleria leggera al servizio della Serenissima, composto di mercenari greci ed albanesi. In base alle ricerche condotte fino ad ora presso l’Archivio di Stato, la Marciana ed il Museo Correr dal sig. Docos, la prima apparizione degli «stradioti» si segnala nel XV° secolo. L’ attività di questo corpo di mercenari è particolarmente intensa nel XVI° secolo e diminuisce fino a sparire nel XVII°. I veneziani arruolavano «stradioti» non solo nelle loro colonie, ma anche nel territorio greco sotto dominazione turca. Questo è un indice che, più che di mercenari veri e propri, si trattava di una specie di volontari desiderosi di combattere l’oppressione ottomana. Specialità degli stradioti erano le veloci sortite contro il nemico prima della battaglia e la vigilanza delle zone litoranee. Un particolare di notevole importanza è che la Serenissima concedeva loro dei terreni nelle zone che dovevano difendere. L’azione degli «stradioti» fu intensa nel Peloponneso e a Cipro, che difesero fino all’ultimo durante la guerra del 1571. 1 veneziani si servirono di loro anche in Italia, per esempio nella lotta contro Ferrara (1482). Corpi di «stradioti» compaiono anche in Dalmazia e Creta, durante l’estrema difesa dell’isola contro i turchi (1669). Ma ormai siamo nel periodo della decadenza di questi valorosi guerrieri : erano cambiati i sistemi bellici con il diffondersi delle armi da fuoco.La signora Dimitra Docou Iconomou ha rivolto la sua attenzione su di una famiglia di commercianti epiroti, operanti a Veenezia del 1556 al 1685 : gli Igumenos. Nell’antico archivio della Confraternità dei Greci Ortodossi sono conservati quindici voluminose buste di documenti, libri, registri ecc. da cui è possibile ricostruire l’attività commerciale degli Igumenos. Il primo membro della famiglia che venne a Venezia fu Emanuele, proveniente da Giannina in Epiro. Uno dei suoi figli, Epifanios, ci ha lasciato uno testamento (1674), pubblicato da C. Mergios, dal quale è possibile rendersi conto della ricchezza di questa famiglia. Gli Igumenos esercitavano un vero e proprio commercio di importazione ed esportazione tra Venezia e l’Epiro. Dalla Grecia importavano grano, pellicce, lane, cera, argento, olio, vino ecc. ; da Venezia esporta vanoogni genere di stoffe, vetri, gioielli, insomma i tipici prodotti delPindustria occidentale, e libri greci ecclesiastici, letterari e di istruzione che si stampavano nelle tipografie greche di Venezia. Quest’ultima attività getta una luce sulla passione che gli Igumenos, in particolare Giorgio ed Epifanios, avevano per lo sviluppo dell’istruzione in Grecia. Epifanios infatti fondò a sue spese una scuola a Giannina ed un’altra ad Atene. Un’altra prova che i greci esuli a Venezia non dimenticavano la madrepatria.La signorina Amalia Spourlacou si è occupata dell’edizione critica e commentata di un ’opera del teologo Nilos Cabasilas (1363) : un grande trattato inedito sulla processione dello Spirito Santo che si trova manoscritto alla Marciana. Il Cabasilas era avverso alla teoria del «Filioque» dei cattolici e in quest’opera controbatte le tesi suH’argomento della «Summa Theologiae» e della «Summa contra Gentiles» di Tommaso d’ Aquino. La signorina Spourlacou ha individuato le fonti del teologo bizantino, cost it uite soprattutto da traduzioni greche dell’opera dell’ Aquinate, dal momento che il Cabasilas ignorava il latino ; spera inoltre di poter ricostruire la tradizione manoscritta del codice. Il suo lavoro darà un notevole contributo sull’opera e sulla vita di Nilos Cabasilas, sul quale la nostra conoscenza è molto limitata.L’ ultima arrivata di questo primo «manipolo» di «ricercatori» dell’ Istituto Ellenico è la signorina Maria Haireti che si è dedicata allo studio dei catastici dell’archivio del Duca di Candia, conservato all’Archivio di Stato, soffermandosi in particolare su di un catastico della circoscrizione di La Canea. Si tratta di una ricerca importante che ci darà molti elementi fino ad ora ignorati sulla popolazione greca dell’isola. La signorina Haireti ha redatto un catalogo dei «rettori» veneziani e dei notai dell’isola e ha raccolto molti nomi dei vecchi proprietari terrieri greci. Sulla base dei nomi documentati nel catastico si può affermare che I provvedimenti veneziani del 1302, secondo i quali nessun greco poteva possedere terreni, non si imposero, perchè nei secoli successivi la Repubblica applicò delle misure più elastiche. I contadini infine che lavoravano su questi terreni erano o «villani», cioè servi, o «agrafi», espressione della quale fino ad ora non si comprendeva il significato ; si tratta invece di cittadini liberi dell’impero bizantino i quali avevano perduto i loro possedimenti nelle peripezie della storia greca e che lavoravano la terra a pagamento senza essere iscritti nei cataloghi dei servi.Il risultato di queste indagini dei quattro «ricercatori» verrà pub blicato nella collezione di studi a cura dell’Istituto.
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