Venetians and Byzantines : investigation of forms of contact in the fourteenth century

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.22, 1992, pages 29-43

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29-43
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Veneziani e Bizantini : indagine sulle loro forme di contatto nel secolo XIV
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Nel periodo che seguì la Quarta Crociata, la qualità dei rapporti tra Veneziani e Bizantini mutò rispetto a quella esistita nel passato perché la presenza dei Veneziani in territori bizantini si protraeva e in alcune zone si estendeva, esercitando così una notevole influenza sulla società e sull’economia bizantine, e determinando, ultimamente, l’emergere di una cultura sincretica a Creta.Se si guarda a questo fenomeno nei termini generici del vecchio Impero Bizantino, si rileverà che le isole e le zone costiere vengono incor porate in un ampio sistema intemazionale di scambi commerciali, sistema che portava alcune aree (come Chio e Creta) a una nuova preminenza, e che comportava una maggiore urbanizzazione lungo la zona costiera della Tracia e della Macedonia. AH’ interno delle città i contatti tra Veneziani e popolazioni locali avvenivano prevalentemente a livello economico con i Greci che nell’economica e nel commercio funzionavano da intermediari o da junior partners dei veneziani. Questo fatto può essere dimostrato con particolare evidenza a Costantinopoli.Più fecondo di tutti era il contatto che si stabili a Creta: se, infatti, Veneziani e locali rimanevano separati nelle campagne, nelle città, e specialmente nel porto di Candia, si erano stabilite sin dall’inizio strette relazioni tra loro, tali da determinare la fusione dei due gruppi. A livello economico il contatto fu rilevante e prolungato, e la presenza di Greci Cretesi a Costantinopoli, nelle isole e sulle coste dell’Asia Minore aumentò con il passare del tempo. Alleanze economiche tra Veneziani e famiglie bizantine sono note già dal primo ’300, ed esistono prove di forti rapporti anche in campo artistico: era greca infatti le metà degli apprendisti pittori e dei maestri conosciuti tra il 1300 e il 1500. Il sincretismo artistico rinvenibile a Creta è presente pure nella società urbana dell’isola.Matrimoni misti e bilinguismo promossero tale sincretismo. Nonostante la legge che vietava matrimoni misti, fonti notarili attestano un numero di matrimoni misti già dal medio al tardo ’200. Due testamenti, pubblicati nell’Appendice, riportano gli effetti dei matrimoni misti. Il primo (1331) è quello del notaio e uomo d ’affari Stefano Bon, rampollo di un matrimonio misto con una donna della famiglia dei Saclichi: era bilingue (aveva imparato il greco nella chiesa di San Michele Arcangelo), e assegnò dei lasciti a istituzioni religiose sia cattoliche che ortodosse, come pure a membri del ramo greco della sua famiglia. Il testamento di sua figlia Franceschina (1348) rivela che la donna era stata tenuta a balia da una greca e che aveva degli amici che appartenevan o al lato greco della famiglia; anche lei lasciò dei beni a alcune chiese ortodosse.Il bilinguismo viene testimoniato principalmente dagli atti notarili che rapportano casi di un certo numero di Veneziani che avevano imparato il greco, e, addirittura, di qualche Greco che aveva imparato l’ italiano. In linea di massima i documenti notarili del XIV secolo mostrano una fusione tra Greci e Veneziani nelle città di Creta mediante matrimoni misti e bilinguismo. Questo, un giorno, avrebbe portato alla creazione di una ricca letteratura, ma il processo di assimilazione era cominciato assai prima.
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