Il leone veneto a Creta

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.22, 1992, pages 97-126

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97-126
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A Creta i leoni lapidei veneziani di San Marco erano in gran parte sopravvissuti al dominio dei Turchi, i quali qui come altrove adottarono nei loro confronti una sorta di conservazione passiva che esprimeva indifferenza per non dire repulsione per ogni forma di carattere più o meno araldico. Quando, agli albori del presente secolo, Giuseppe Gerola attuò nell ’ isola la sua fondamentale indagine sulle vestrigia veneziane, vi sussistevano circa ottanta esemplari, oggi ridotti alla metà per cause di vario tipo. Si tratta comunque di un insieme di un certo interesse, oltre che ovviamente sul piano storico, su quello stilistico ed iconografico e dal quale si deduce la presenza di un’articolata cultura scultorea locale, innestata in una generica koinè veneto-levantina. Va infatti rile vato che il tema del leone marciano o non (si pensi alla ben nota Fontana Morosini) è quello più diffuso nella scultura insulare durante la Venetocrazia. Iconograficamente un dato distintivo dei leoni marciani di Creta è la presenza sul caso della corona— quattro casi sui sei registrati in tutto il territorio della Repubblica—che ribadisce il carattere regio del possedimento. Un altro elemento distintivo è il documentato riscontro alla Canea di due colonne presso il molo, le quali, similmente a quelle nella Piazzetta di Venezia, sostenevano il leone di San Marco e la statua del santo protettore, caso frequente nel Dominio da Terra ma unico in quello da Mar.
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Περιέχει σημειώσεις, Fig. 1-20