Il decreto fiorentino di Unione e la sua applicazione nell’Arcipelago Greco il caso di Creta e di Rodi

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.21, 1991, pages 43-88

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43-88
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L’ autore esamina le conseguenze dall’applicazione della «Bulla Unionise in data 6.VII.1439 del Concilio di Firenze in due isole greche, sotto il dominio dei latini, cioè a Creta e a Rodi. Dallo studio comparativo si risulta che:a. Il decreto fiorentino non ebbe risonanza nei più larghi strati popolari; sia i Veneziani di Creta che i Cavalieri Ospedalieri di Rodi non volevano disordini di natura religiosa che potevano facilmente trasformarsi in controversie politiche e in tumulti.b. A Creta i Veneziani esigono una dichiarazione formale, da parte dei candidati ortodossi al sacerdozio, del riconoscimento dell’unione; nella stessa isola i presuli ortodossi furono aboliti e la proprietà fondiaria ecclesiastica fu assegnata alla Chiesa Latina. A Rodi e nelle isole vicine dell’ Ordine, i Cavalieri conservarono e mantennero la carica e l’istituzione del metropolita greco che doveva accettare il «decreto», secondo I termini di un particolare accordo datato 1.VII.1474. Le condizioni di questo accordo vennero moderate grazie alle «reformationes» di Leone X (bolla del 7.VI.1513). Inoltre, l’Ordine rispettò la proprietà ecclesiastica che così rimase nelle mani degli ortodossi.c. I Cavalieri, in confronto dei Veneziani di Creta, si presentano più liberali e con disposizione di compromesso. Così guadagnarono, senza reazioni considerevoli, la partecipazione del popolo greco alla lotta contro i Turchi.In appendice vengono per la prima volta pubblicati documenti tratti dalla Biblioteca Nazionale di Malta (Valletta) - Archivio dell’ Ordine di S. Giovanni, e dall’Archivio Segreto Vaticano.
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Περιέχει παράρτημα και σημειώσεις, Comunicazione letta al Congresso storico-teologico organizzato dalla «Societas Internationalis Historiae Conciliorum investigandae» sul tema «550 Jahre. Konzil Ferrara-Florenz» (16-22.IV. 1990). Desidero qui ringraziare sentitamente Lamico e collega Don Basilio Petrà (Prato) che ha voluto correggere il testo italiano., πίν. Γ΄-Δ΄