Η ορθόδοξη Εκκλησία της Κύπρου κατά την περίοδο της Βενετοκρατίας

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.23, 1993, pages 183-205

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183-205
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La Chiesa ortodossa di Cipro durante la Venetocrazia
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La posizione sfavorevole in cui si trovava la Chiesa Ortodossa di Cipro in relazione a quella Latina durante la Francocrazia continuò con la Venetocrazia, dal momento che anche i Veneti si comportavano nelle questioni ecclesiastiche esattamente nello stesso modo dei loro predecessori Lusignani. Ai vescovi ortodossi, già sotto la Francocrazia passati da quattordici a quattro, era proibito abitare nelle città. Il vescovo di Nicosia si rifugiò a Solea, quello di Pafos ad Arsinoe, quello di Lemessos a Lefkara e quello di Ammokhostos a Karpasia. Nelle città rimasero i vescovi latini e a Nicosia l’arcivescovo latino. Tuttavia i vescovi latini quasi mai abitarono a Cipro. Vivevano a Roma o a Venezia o altrove dove venivano loro inviate le rendite dei loro vescovadi. Alcuni di loro non avevano mai visitato l’isola. Il Senato era più volte costretto a mettere in rilievo e a condannare la lunga assenza dei vescovi latini dalle loro sedi cipriote.Nel 1547 verrano prese alcune deliberazioni dal Consiglio dei Dieci, che indicano un certo cambiamento in positivo della politica veneziana nei confronti dei sudditi ortodossi della Serenissima a Cipro. A tali deliberazioni seguirono altre aventi come scopo il sostegno dei monasteri ortodossi di Cipro con la cessione di alcuni beni, quali grano, vino, olio ed anche di somme di denaro. Questa nuova politica di Venezia, che prevedeva ravvicinamento dell’elemento locale ortodosso, iniziò dalla metà del XVI secolo e durò fino alla conquista turca di Cipro.Il punto focale della nuova politica fu la deliberazione del Consiglio dei Dieci del 27 febbraio 1568 nella quale si fa riferimento al fatto che il Consiglio non desidera ci siano scontri a Cipro tra l’arcivescovo latino e quello ortodosso, a causa del pericolo immediato dei Turchi, ed esprime la volontà che i due prelati non si oppongano l’uno all’altro per non scandalizzare la popolazione ortodossa di Cipro e che il clero latino e quello ortodosso vivano in pace ed amore. Il Consiglio fece dono all’ arcivescovo di Solea Loaràs (ortodosso) di 200 ducati per coprire le spese del viaggio che aveva programmato per Venezia. In generale durante la Yenetocrazia entrambe le chiese mantennero alcune riserve e tentarono di riuscire nei loro intenti: la Chiesa latina voleva sopraffare e dominare quella ortodossa, mentre quest’ultima con grande vitalità fece di tutto per difendere i propri fedeli dalla propaganda e dalla potenza della Chiesa Latina.Certo bisognerebbe sottolineare che le questioni di politica ecclesiastica per la loro stessa natura non attrassero molto i ricchi mercanti di Venezia. Se fosse dipeso da loro, forse non vi sarebbero stato tali contese. Tuttavia la politica da seguirsi nei confronti della Chiesa ortodossa di Cipro era stata tracciata da Roma stessa, dove venivano scelti i prelatilatini che avrebbero la loro carica a Cipro.
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