Πλούταρχος και Quattrocento

Part of : Πλάτων : περιοδικό της Εταιρείας Ελλήνων Φιλολόγων ; Vol.49, No.1, 1997, pages 252-270

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252-270
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Plutarco di Cheronea fu un dei scrittori dell' antichità greca particolarmente studiato ed imitato dal Quattrocento italiano. Umanisti italiani, di quel periodo, che hanno tradotto opere di Plutarco, furono, tra gli altri, Leonardo Bruni Aretino, Lapo da Castiglionchio, Bartolomeo Sacchi detto il Plautina e forse Angelo Ambrogini detto il Poliziano. Nei testi latini del Quattrocento italiano, pubblicati da Eugenio Garin (Prosatori Latini del Quattrocento, Milano-Napoli 1952), si trovano almeno tre scrittori che si riferiscono ai testi di Plutarco, cioè:1. Lorenzo Valla, nel suo "De professione religiosorum", rammenta un passagio dalla "Vita Marii" di Plutarco.2. Guarino Veronese, nella sua lettera a Poggio, comparando Cesare e Scipione ricorre a passagi delle "Vitae Alexandri Magni et Caesaris", e della "Comparatio Dionis et Bruti".3. Francesce il Barbaro, nel suo trattato sul matrimonio e s'elezione della moglie (dove "fa stoggio senza parsimonia della sua cultu ra classica" - Eug. Garin) – qual ha voluto offrire come dono nuziale a Lorenzo dei Medici, fratello di Cosimo – e specialmente nei capitoli dei De obsequendi facilitate, De caritatibus, De moderatione, De liberorum educatione, fa molti riferimenti a testi di Plutarco dalle "Vitae Alexandri Magni, Catonis Maioris", dei trattati plutarcei sul matrimonio, sulla moglie a sui figli (De liberis educandis, De amore prolis, Mulierum virtutes, Conjugalia praecepta, De recta ratione audiendi), e dagli "Aprophthegmata Laconica et Lacaenorum, Regum et Imperatorum".Plutarco ha precorso dell' Humanitas e fu particolarmente amato dei prosatori latini del Quattrocento italiano, cioè dagli "Umanisti".
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Περιέχει σημειώσεις, Μνήμη Παναγιώτου Κ. Γεωργούντζου