Θεόδωρος Παλαιολόγος, αρχηγός μισθοφόρων “στρατιωτών” και διερμηνέας στην υπηρεσία της Βενετίας (1452 c.-1532)

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.10, 1973, pages 138-162

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138-162
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Teodoro Paleologo, capo di mercenari stradioti e interprete al servizio di Venezia (1452-1532)
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Il presente studio è la biografìa di una interessante personalità greca, Teodoro Paleologo, basata su materiale inedito o non sfruttato.Teodoro Paleologo nacque probabilmente a Mistrà attorno al 1450 e morì a Venezia nel 1532. La sua discendenza dall’ultima famiglia imperiale bizantina non è certa. All’inizio della sua carriera venne nominato «subassis» (esattore delle tasse) agli ordini dei Turchi nel Peloponneso. A partire dal 1479 si dedicò al servizio di Venezia. Nel 1486 sostituisce il capo degli stradati di Zara. Contemporaneamente era stato nominato capo degli stradioti di Zante. Nel 1487 assume ufficialmente questo incarico e si occupa dell’organizzazione militare e amministrativa dell’isola, da poco sotto dominio veneziano. Con il gruppo degli stradioti di Zante prende parte alle guerre di Venezia contro Carlo Vili (1494 - 95) e contro i Turchi (1499 - 1500). Grazie alla conoscenza della lingua turca partecipa alle trattative della pace veneto-turca del 1500 come interprete dello ambasciatore Alvise Manenti. Ritornato a Venezia, viene nominato interprete nella cancelleria del doge. Da allora svolge un’attività a volte militare e a volte diplomatica. Come capo degli stradioti combatte nelle guerre franco-venete, si incarica del trasferimento di stradioti dal Peloponneso in Italia (1509 - 1511) e lotta nei fronti del Friuli, Treviso, Bergamo ecc. Dal 1524 diventa capo degli stradioti di Cattaro. Come interprete di lingua turca accompagna l’ambasceria veneta del 1517 presso il sultano Selim I (ambasciatori : Bartolomeo Contarini e Alvise Mocenigo) che tratta le condizioni del commercio veneziano in Siria e in Egitto, le ambascerie presso Suleiman I del 1526 (ambasciatore Marco Minio) e del 1528 (ambasciatore Toma Contarini) per congratular si con lui per la conquista dell’Ungheria e per rinnovare la pace, e infine l’ambasceria del 1530 (ambasciatori : Piero Zen e Tomà Mocenigo). Come inviato diplomatico si reca ripetutamente anche in Bosnia (1518, 1524, 1525, 1525 - 26 e 1527).Il Paleologo parallelamente aveva rapporti con i Greci di Venezia e fu uno dei più attivi elementi della Confraternita Greca da poco fondata. Il Senato di Venezia, apprezzando i suoi servigi, gli concesse dei territori a Zante (1488), le rendite della cancelleria di Oderzo (1525), dotò le sue figlie e gli conferì anche altri onori.
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